“IL GABBIANO” VOLA AL  CARCANO

Recensione dello spettacolo “Il gabbiano” di Anton Čechov, in programma fino al 10 Febbraio 2019 al Teatro Carcano di Milano.

Regia: Marco Sciaccaluga

Una produzione: Teatro Nazionale di Genova

Con: Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Elsa Bossi, Eva Cambiale, Andrea Nicolini, Elisabetta Pozzi, Stefano Santospago, Roberto Serpi, Francesco Sferrazza Papa, Kabir Tavani, Federico Vann

di Simone Santini

Mentre la bella stagione torna a lambire le sponde del lago, il tempo passa  anche alla tenuta del ricco Sorin: passa per sua sorella Irina Arkadina, ex attrice incapace di accettare che tutto in lei sta invecchiando; passa per il suo amante Trigorin, scrittore di successo ma insoddisfatto; passa per la domestica Maša, sofferente per un amore impossibile, e passa sotto gli occhi provati dalla miseria del maestro Medvedenko, povero in un Paese di pochi privilegiati. Ma soprattutto passa per Nina, che sogna una carriera da grande attrice,  e per il ragazzo innamorato di lei, Kostantin, figlio di Irina e aspirante scrittore cresciuto nell’ombra totalizzante della madre; due giovani che con i loro demoni, le loro aspirazioni e le loro ipocrisie sgomitano disperatamente per ottenere un loro posto in un mondo dominato da figure assuefatte del proprio crepuscolo. Senza dimenticarsi di lui, il gabbiano, la metafora su cui è imperniato tutto lo spettacolo, l’uccello libero ucciso per futile crudeltà e che, impagliato, incombe come un inquietante feticcio sul drammatico finale. Tragedia delle aspirazioni frustrate, della disillusione e della mediocrità, “Il gabbiano” di Anton Čechov torna sul palcoscenico del Carcano nella versione italiana di Danilo Macri e diretto da Marco Sciaccaluga, che lo propone in versione praticamente integrale, con un allestimento tradizionale, attori convincenti e una potente melodia firmata Andrea Micolini. Il risultato? Certamente uno spettacolo solido e molto ben recitato che, sebbene non presenti soluzioni particolarmente innovative, rappresenta una godibilissima messa in scena dell’opera che si potrebbe ben definire uno dei massimi capolavori di Čechov e del teatro russo in generale.