Nel tempo degli dei
regia di Gabriele Vacis
con Marco Paolini,Saba Anglana, Elisabetta Bosio, Vittorio Cerroni, Lorenzo Monguzzi, Elia Tapognani
fino al 18/4 al Piccolo Teatro Strehler di Milano
di Simone Santini
per Così è la radio (se vi pare)
Gli dei banchettano nel loro olimpo blindato, ingozzandosi sulle spalle dei mortali di un’eternità fatta di noia e di fasto. E lui sale. Sale curvo per la fatica e per il peso degli anni, sale là dove gli uomini non possono vivere, mentre dal basso i roghi delle nostre miserie salgono a saziare le divinità capricciose. Sale fino a che qualcuno non gli chiede cosa sia il remo che si porta sulle spalle. Allora si ferma. Lì, in cambio di capre per fare ecatombe, racconta. Racconta la storia di un eroe, di un assassino, di un marito, di un uomo: la storia di Ulisse. E con le sue parole l’Odissea sfila davanti allo spettatore come poche volte ha fatto prima, impersonata splendidamente sia da attori affermati come Marco Paolini che da debuttanti come Vittorio Cerroni (nato nel 2003!) e accompagnata da un khoros frizzante e smaliziato che sarebbe piaciuto a Brecht. Avete presente il momento in cui, appena finito di leggere Omero, Iliade di Baricco, vi dite: “Peccato che non ci sia una riscrittura altrettanto memorabile dell’Odissea”? Voilà. Paolini deve avervi letto nel pensiero, perché di certo Nel tempo degli dei non sarà liquidato come uno spettacolo tra i tanti. Giù il cappello, allora, davanti a tutto il cast, alla regia di Gabriele Vacis, alle musiche originali di Lorenzo Monguzzi e alla voce di Saba Anglana, che ci regalano una grande messa in scena dell’Odissea e uno spettacolo capace di colpire con forza il tempo di noi occidentali che, autoproclamatici signori del mondo, chiudiamo i porti alla nave di Ulisse per non dover fare i conti con i frutti delle nostre meschine, divine iniquità.